S.I.N - PORTO MARGHERA
Sito di Interesse Nazionale di Porto Marghera è stato individuato con la legge 426/1998 (G.U. n° 291 del 14/12/1998), in seguito è stato perimetrato con Decreto del Ministero dell’Ambiente del 23 febbraio 2000. Nell'immagine seguente è riportata la perimetrazione come individuata dai predetti riferimenti normativi
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La superficie totale del S.I.N. di 5.800 ha è costituita da 3.100 ha di aree emerse di cui 1.900 ha ad uso industriale, 500 ha di superficie di canali industriali e 2.200 ha di area lagunare.
In data 24.04.2013 il Ministro Clini ha sottoscritto il Decreto per la riperimetrazione del S.I.N. di Porto Marghera a seguito di istanza della Regione Veneto con conseguente esclusione delle aree agricole e commerciali di Marghera oltre a molte aree urbane di Mestre e Campalto; sono stati inoltre escluse le aree lagunari e i canali portuali di Marghera.
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La cartografia è rielaborata sulla base della cartografia ufficiale come riportata sul sito della Regione Veneto, e risulta conforme a quanto pubblicato nel Decreto Ministeriale del 24.03.2013.
la DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE n. 1732 del 03 ottobre 2013 infine ha fornito preziosi chiarimenti per l'applicazione dei Protocolli Attuativi del 21.01.2013 con particolare riferimento alle aree escluse dal S.I.N. a seguito della riperimetrazione del 24.04.2013:
2017.03.02 - Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DECRETO 22 dicembre 2016 del Ministero dell'Ambiente concernente la "Rettifica della perimetrazione del sito di bonifica di Interesse Nazionale «Venezia(Porto Marghera)». A prima vista sembra sia stato eliminato dal S.I.N. solo la parte retrostante della San Marco Petroli in modo da escludere completamente l'intervento in ambito Moranzani.
BREVE STORIA
La storia dell’Area industriale di Porto Marghera inizia nel
Luglio del 1917 accordo tra Comune e Stato Italiano.
La forte antropizzazione dell'area ha modificato e mascherato l'originario assetto ambientale,
incidendo particolarmente sull'idrografia locale e sulle aree barenali. L'avanzamento della linea di costa e l'interramento
di intere aree barenali è avvenuto utilizzando dapprima i materiali provenienti dallo
scavo dei canali industriali e veneziani (imbonimento prima zona industriale) e successivamente utilizzando anche rifiuti e scarti di lavorazione dai diversi settori
produttivi insediati (siderurgico, fertilizzanti, petrolifero).
E' possibile verificare l'avanzamento della linea di costa utilizzando il Sistema Informativo Territoriale denominato Atlante della Laguna realizzato nell'ambito del progetto CIGNo
con la collaborazione di ISMAR, CORILA e Comune di Venezia.
Nelle seguenti immagini è immortalato il bombardamento della Raffineria ad opera della Royal Air Force (RAF - Missione 43 - 10 giugno 1944),
l'imbonimento della Macroisola Nuovo Petrolchimico degli anni '50, Avanzamento della zona industriale - in primo piano Area Pili anni '50 - '60
e il completamento della prima zona Industriale nei primi anni '60.
Fonte 1 The Fifteenth Air Force; Fonte 2 e 3 CVN; Fonte 4 University College London.
Nel 1924 si insediano le prime industrie chimiche, i lavoratori sono
6000 nel 1930; 16000 nel 1950 e 35000 nel 1975.
Già dai primi anni '60 si
configura come dei maggiori poli industriali d’Europa.
L'inizio del declino alla fine degli anni ’80 con i primi gravi
incidenti, e l'inizio delle lotte sindacali.
Per avvicinarsi a capire cosa è stato e cosa è oggi Porto Marghera invito alla visione di questo video in 6 parti (le restanti 5 sono su youtube):
L'avvento delle prime normative in campo ambientale Legge 319/76 “Legge
Merli”; D.P.R. 915/82 “Legge Ronchi”, DM 471/99 impongono [finalmente]
limiti precisi agli scarichi a tutela della Laguna di Venezia e dei
centri abitati circostanti, in particolare l'abitato di Malcontenta
che, a causa della direzione prevalente dei venti che insistono
sull'area [da NE verso SO] si trovano spesso in traiettoria di ricaduta
delle particelle emesse con i fumi di processo.
La Legge 426/98 ha individuato e finanziato alcuni primi interventi di
bonifica di siti di interesse nazionale e identificato l’area di Porto
Marghera come sito ad alto rischio ambientale [nel 1998...].
STATO DI FATTO
L'intero sito appare caratterizzato da un'inquinamento diffuso dei
suoli e delle acque sotterranee, la genesi di tale inquinamento è
sostanzialmente triplice:
- L'avanzamento
della linea di costa è stato ottenuto impiegando rifiuti di lavorazione derivanti dalla Prima Zona Industriale
[prodotti di scarto di moltepici lavorazioni dalla chimica e al trattamento dei metalli] come materiale per l'imbonimento pertanto si parla di inquinamento dei "terreni di riporto";
- Le emissioni incontrollate di varie sostanze [principalmente cloroderivati
tra i quali il famigerato CVM, e i PCB] nei terreni e nelle acque
sotterranee;
- La ricaduta delle particelle immesse nell'atmosfera nel corso
degli anni [in particolare prodotti dioxin-like]
Va detto tutta via che una piccola parte dei superamenti dei limiti normativi riscontrati nel sottosuolo di Porto Marghera, con particolare riferimento alla presenza nei suoli di alcuni metalli pesanti quali Arsenico e Stagno,
e nelle acque sotterranee quali Arsenico, Ferro e Manganese, potrebbe essere ricondotta alla stessa orogenetica del sito (in assenza di sorgenti di origine antropica), come riportato in dettaglio nell'
analisi svolta dall'APAT in merito ai valori di fondo naturale di tali contaminanti [con relativa proposta di ridefinizione dei valori di fondo naturale stessi]
nonchè una procedura ad-hoc per la determinazione di tali
valori.
Accordo di Programma per la Chimica a Porto Marghera - febbraio 1999
In seguito l'Accordo di Programma per la Chimica a Porto Marghera
D.P.C.M. 12 febbraio 1999 + Atto integrativo D.P.C.M. del 15 novembre
2001 è stato firmato da Amministrazione e Imprese al fine di
“costituire e mantenere nel tempo a Porto Marghera condizioni ottimali
di coesistenza tra tutela dell’ambiente e sviluppo produttivo nel
settore chimico, in un quadro di certezze gestionali”.
Lo strumento indicato da tutti per raggiungere gli
obiettivi dell'Accordo così siglato è il Master Plan per la bonifica dei siti
inquinati di Porto Marghera.
Gli obiettivi del Master Plan si possono riassumere nei seguenti:
- ricostruzione di un preciso quadro conoscitivo circa il grado e la qualità della contaminazione;
- definizione degli obiettivi di risanamento a cui corrisponde una serie di strategie di intervento;
- cronoprogramma degli interventi;
- valutazione di massima dei costi;
- recupero delle aree inquinate e la conseguente pianificazioneterritorialenecessaria allo scopo di riportare agli usi legittimi [di preferenza usi ad alto rendimento quali destinazione commerciale e/o turistica].
La Normativa fa riferimento al Nuovo Testo Unico
Ambientale, in particolare l'art. 252 [siti
di interesse nazionale] e il nuovo art. 252bis [Siti
di preminente interesse pubblico per la riconversione industriale]
confermano la volontà dell'Amministrazione Pubblica di imporre alle
Imprese presenti all'interno del Polo Industriale la sottoscrizione
dell'accordo di programma in merito alla realizzazione delle opere
di marginamento e retromarginamento
dell'intero sito con considerevoli oneri economici per le Aziende
interessate.
Da ultimo la Legge n°9 del 21.02.2014 (in G.U. 21.02.2014 n° 43), conversione in Legge con modifiche del Decreto Legislativo 145 del 23.12.2013
ha apportato importanti modifiche alla Parte IV del D.Lgs. 152/2006 con riscrittura completa dell'art. 252.bis
per i "siti di preminente interesse pubblico per la riconversione industriale".
Nuovo Accordo di Programma per la Bonifica e il Ripristino Ambientale di Porto Marghera - Aprile 2012
Trascorsi circa 8 anni dalla predisposizione del Master Plan la bonifica di Porto Marghera sembra però rimanere ferma al palo;
se per quanto riguarda la caratterizzazione ambientale del territorio la copertura è quasi del tutto completa,
l'avanzamento e la realizzazione dei progetti di bonifica certificati fa registrare percentuali piuttosto basse a fronte di quanto approvato e decretato dal MATTM.
Diverse sono le cause che rallentano la bonifica di Porto Marghera e la crisi economica degli ultimi anni di certo non ha contribuito positivamente.
Il recupero delle aree industriali dismesse infatti potrebbe costituire un forte volano per il rilancio dell'economia locale
e al tempo stesso consentirebbe un notevole risparmio in termini di uso del suolo e cementificazione del territorio.
Avanzamento della bonifica del SIN di Porto Marghera - agg. 2016 Fonte - Geoportale Regione Veneto
I potenziali investitori soffrono in particolare l'incertezza connessa al sistema delle bonifiche nei S.I.N. soprattutto per quanto riguarda l'orizzonte
temporale del loro investimento; le concause sono diverse e vanno dai rallentamenti burocratici, alle sempre più esigue risorse della Pubblica Amministrazione (soggetta a continui tagli al personale e alle strutture operative)
per finire con gli ingenti oneri derivanti principalmente dalla gestione dei rifiuti provenienti dalle attività di bonifica.
Altro punto molto controverso risulta quello del riconoscere l'effettiva responsabilità del danno ambientale alle aziende presenti a Porto Marghera. Difficilmente un
imprenditore pronto a investire in un nuovo sito intende farsi carico di tale onere non essendone di fatto responsabile in quanto generalmente derivante da attività produttive risalenti a quaranta o cinquanta anni prima.
D'altro canto un proprietario che risulti inadempiente degli obblighi di caratterizzazione e bonifica, seppur non fisicamente responsabile della contaminazione del proprio sito, risulterà comunque imputabile di mancata vigilanza del bene
in gestione e ad esso verrà comunque contestato il danno ambientale connesso con la fuoriuscita della contaminazione dal proprio sito, contribuendo in tal modo alla contaminazione dei sedimenti lagunari [che devono essere periodicamente escavati e smaltiti per garantire la navigabilità portuale, con ingenti oneri di gestione proporzionali al livello di contaminazione].
Da alcuni anni le amministrazioni locali (Comune di venezia, Provincia di Venezia, Regione del Veneto e Arpav) consce dello "stallo" in cui il
sistema si era inviluppato hanno conentrato i loro sforzi nel cercare di rendere l'intero procedimento più fluido ed efficace al fine di consentire
una vera riconversione dell'intero polo industriale. Tali sforzi sono culminati con la stesura del Nuovo Accordo di Programma per Porto Marghera
da parte di tutti gli Enti coinvolti nel procedimento di bonifica; già nei prossimi mesi sarà possibile valutare l'efficacia dell'Accordo e verificare il rispetto degli adempimenti in esso contenuti,
anche se i primi effetti si sono già visti nel recupero di tutto il lavoro istruttorio pregresso e nella riattivazione delle Conferenze dei Servizi per Porto Marghera con approvazione di diversi Progetti di Bonifica legati ad importanti interventi di riconversione industriale (ott. 2013).
BANCHE DATI su Marghera Zona Industriale
La più completa banca dati sulla laguna di Venezia per quanto concerne
immagini, normativa, documenti, cartografia ecc.. è senzaltro fornita
dall'Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti,
qui potrete trovare i dati raccolti dalle molteplici stazioni di misura
dislocate in tutto il territorio della Provincia di Venezia.
Relativamente alla Bonifica di Porto Marghera segnalo l'interessante WEBSIT per la gestione del Master Plan realizzato dalla Regione del Veneto; al suo interno potrete trovare la normativa e i pareri dell'ISS in merito alle attività di bonifica entro SIN.
Per quanto riguarda le imprese e le industrie insediate nel sito un
ottimo riferimento è dato dal sito internet di Ente Zona, nel quale
sono disponibili foto storiche, banche dati metereologiche, dati
relativi alle imprese insediate (elenco imprese
suddiviso per indirizzi; elenco imprese
associate con relativi contatti telefonici, dati occupazionali, ambientali e quant'altro.
PROGETTI
Da diversi anni il Ministero dell'Ambiente, in sede di
Conferenza dei Servizi, stà vagliando e valutando i vari Piani di
Caratterizzazione e Progetti di Bonifica dei suoli e della falda
presentati dalle aziende coinsediate. Il Ministero tende a indirizzare
le bonifiche verso la rimozione completa della contaminazione perseguendo la volontà del legislatore contenuta nel Titolo V Parte IV del TUA, minimizzando la migrazione dei contaminanti verso la Laguina di Venezia tramite le opere di marginamento (vedi sotto). Le aziende dal canto loro, per motivi economici, mirano prevalentemente al contenimento
della contaminazione (cfr. scotico e capping superficiale) nei confronti delle persone presenti in sito; agli oneri di bonifica infatti vanno aggiunti i costi
di realizzazione delle opere di marginamento e di collettamento delle acque sotterranee che rimangono, parzialmente, a carico delle società aventi sede all'interno del S.I.N..
La situazione appare abbastanza complessa e, nella seconda metà degli anni 2000, molte aziende si sono affidate a staff di avvocati per
limitare, almeno in parte, gli oneri conseguenti agli interventi di
bonifica dei suoli e delle acque sotterranee; molti interventi sono stati quindi per lungo tempo bloccati nei diversi livelli procedurali a causa dei ricorsi ma negli ultimi tempi qualcosa si stà mettendo in moto e le bonifiche dei suoli sembrano ripartire con maggior vigore anche nel tentativo di agganciarsi alla augurata ripresa economica facendosi trovare con le aree di pertinenza svincolate da oneri di bonifica.
IL MARGINAMENTO
I lavori relativi al marginamento realizzati
dal Magistrato
alle Acque di Venezia tramite il proprio concessionario Consorzio
Venezia Nuova procedono spediti, sul sito del M.A.V. è possibile verificare l'avanzamento dei
lavori di marginamento dell'intera Zona Industriale nella pagina dedicata dalla quale sono tratte alcune delle seguenti immagini.
clicca sulle immagini per ingrandire
Quindi
se per quanto riguarda i suoli le cose procedono un pò al rilento, per le acque
sotterranee [quantomeno quelle di impregnazione del riporto] il
discorso procede comunque perchè collegato con i lavori di
palancolatura e marginamento del sito. Parte importante
dell'accordo è infatti la bonifica della falda acquifera: una tubazione
drenante da 300mm posta lungo tutto il fronte lagunare a una profondità
di circa 4m da p.c [circa 2m s.l.m.m.] ha il compito di intercettare le
acque subsuperficiali che interessano lo strato di riporto e mantenere
in equilibrio la spinta idrostatica della laguna di Venezia. Le acque
così collettate verranno tutte convogliate al nuovo impianto di Fusina
denominato P.I.F. Progetto Integrato Fusina, dove subiranno un processo
di depurazione ad hoc per acque contaminate dai residui dell'industria
chimica e parte delle stesse verrà riutilizzata nei cicli produttivi.
veduta sul nuovo Ponte strallato Canale Ovest - fonte portomarghera.org
Il lungo iter che sovraintende la bonifica dei siti contaminati all'interno del S.I.N. in alcuni casi rischiava di compromettere la naturale gestione degli stabilimenti produttivi con particolare riferimento ad interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria che andavano ad interessare il sottosuolo (posa di cavidotti, tubazioni interrate, fibre ottiche, fognature) a tal fine nel 2003 è stato approvato il Protocollo Sottoservizi - Procedure per l'esecuzione di
sottoservizi, di opere di viabilità connesse al servizio pubblico di
mobilità, di opere di urbanizzazione primaria, nonché dei relativi
interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria nel territorio
compreso nell'ambito del Sito di Interesse Nazionale di "Venezia Porto
Marghera" (ex DM 23/02/2000) - in breve "Protocollo Sottoservizi".
approvato in sede di Conferenza dei Servizi decisoria,
ex art.14, comma 2 della legge 241/90, del 29/09/2003.
veduta sulla centrale Enel Palladio e sull'oleodotto di Fusina
BONIFICA DI PORTO MARGHERA
Il processo che regola gli interventi di bonifica all'interno del SIN è
gestito in sede di Conferenze dei Servizi [ex
art.14 legge n°241 del 7 agosto 1990] presiedute dal Ministero
dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, alla presenza
di tutti gli organi istituzionali interessati [Regione, Provincia,
Comune, APAT, ARPAV, ISS] e delle Imprese operanti nel sito.
La maggior parte del S.I.N. infatti è occupato da attività produttive [in
viola nella figura seguente] in conformità con gli strumenti
Urbanistici Vigenti di cui alla Variante
al P.R.G. per la Terraferma
e relative N.T.A.
[approvata con D.G.R.V. del 03.12.2004
n°3905].
L'art.22 delle N.T.A allegate alla Variante al P.R.G. per Porto Marghera e l'art.13 delle N.T.A alla Variante al P.R.G. per Terraferma, obbligano chiunque, all'interno del SIN, intenda eseguire un qualsiasi progetto che richieda titolo edilizio il quale contempli la movimentazione di suoli, a fornire alla Pubblica Amministrazione un'adeguata caratterizzazione dei suoli.
L'art. 22 delle NTA è stato oggetto di variante nel gennaio 2012, nella seguente
scheda
viene proposto un confronto tra il testo vigente e il nuovo testo in variante.
Gli interventi edilizi autorizzabili con Permesso a Costruire possono essere approvati e rilasciati indipendentemente dalla certificazione di avvenuta bonifica (con progetto di bonifica approvato dal MATTM) lettera a) punto 2.
La certificazione di avvenuta bonifica costituisce comunque atto preventivo obbligatorio per l'inizio dei lavori - lettera b) punto 2.
Vengono inoltre esclusi dalla presentazione delle pratiche ambientali previste dal TUA gli interventi
di demolizione che non investono il suolo, mentre gli interventi di demolizione e ricostruzione
che interessano il suolo sono subordinati alle certificazioni di cui alle lettere a) e b) del punto 2.
Da ultimo l'art. 22 delle NTA è stato oggetto di ulteriore variante con Delibera del Consiglio Comunale n° 3 del 22/01/2015, corredata del testo della delibera e il quadro di raffrondo.
Considerazioni a margine
Sulla necessità di investire e realizzare un intervento di
disinquinamento del Polo Industriale di Marghera non si discute, il
sistema di sbarramento fisico costituito da una palancolatura lineare
infissa a profondità variabili tra i 12 e
i 20m dell'intero S.I.N. composta da un doppio fronte di
Larssen con interposto del materiale a bassa permeabilità dovrebbe
quantomento garantire una sommaria e sostanziale riduzione della
quantità di composti tossico-nocivi che permeano dai terreni
contaminati nelle acque della laguna; ma sul fatto che al termine delle
operazioni di bonifica otterremo la "completa rimozione" di tutti gli
inquinanti e la garanzia di un luogo "tecnicamente sicuro"
rimangono alcuni dubbi.
Andamento delle linee isofreatiche - rilievo 1983
Il progetto di contenimento e bonifica si presta a qualche altra osservaione critica, in particolare il retro marginamento realizzato ortogonalmente alla direzione di moto impedirebbe [se non opportunamente drenate] alle acque della prima falda, nel loro moto verso valle, di deflurie naturalmente nella laguna provocando in tal modo un effetto barriera con conseguente e pericoloso innalzamento della piezometrica a monte della palancolatura [Mestre e Marghera] questo, connesso con le carenze strutturali della rete fognaria e di bonifica evidenziatesi nel corso dell'evento meteorico di particolare intensità del 26 settembre 2007, contribuirebbe a incrementare il Rischio Idraulico dell'area in caso di eventi meteorici di particolare intensità. Nella foto seguente infatti sono riportate le aree colpite dagli allagamenti del settembre 2007; l'immagine è tratta dal sito webgis della Regione Veneto che permette di visualizzare tutti i tematismi inerenti alle problematiche del Rischio Idraulico nei comuni che rientrano nel territorio di competenza del Commissario Carraro.
nello stesso webgis è possibile visualizzare e interrogare il microrilievo del 2008 con precisione di almeno 4 punti al metroquadro.
Nel 2009 Regione Veneto e Provincia di Venezia hanno affrontato il problema dal punto di vista tecnico discutendo delle
problematiche connesse all'intervento con il Ministero dell'Ambiente e
il Commissario delegato all'emergenza allagamenti.
Il risultato è contenuto nell'importante studio "Indagine idrogeologica sull'area di Porto Marghera - Fase 2" realizzato dall a Provincia di Venezia e pubblicato sul sito della Regione del Veneto.
L’elaborazione delle numerose stratigrafie ha permesso di costruire il modello geologico del sottosuolo che è risultato essere incongruente con il modello concettuale riportato nel Master Plan vigente.
Attualmente lo studio è in fase di revisione secondo quanto previsto dalla DGR n. 1141 del 23/03/2010.
Indagine idrogeologica sull'area di Porto Marghera - Fase 2
A conferma delle preoccupazioni sopra espresse nel 2013 la società Veneto Acque S.p.A. commissiona al Prof. Giovanni Pietro Beretta uno studio modellistico per la simulazione degli
effetti del marginamento e del retromarginamento sul moto delle acque di falda nell'area interessata da dette opere.
I risultati pubblicati nel 2014 evidenziano come sia oltremodo necessario provvedere ad integrare i marginamenti con
un adeguato sistema integrato di gestione delle acque di falda intercettate dalle opere di marginamento e delle acque superficiali dell'area contermine a Porto Marghera.
Modellizzazione idraulica degli acquiferi di Porto Marghera - con marginamento e retromarginamento
Note Legali
Prima dell'utilizzo di qualsiasi materiale presente su questo sito si invita a prendere visione delle Linee Guida per l'utilizzo del sito e del materiale in esso contenuto.