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Discariche

Valutazione del rischio da discarica - LandSim, stima della fuoriuscita del percolato [espandi | comprimi]


Le Linee Guida per la realizzazione di una corretta Analisi di Rischio da discarica fanno riferimento ai Criteri metodologici per l'applicazione dell'analisi assoluta di rischio alle discariche APAT-ISPRA rev0 giugno 2005, con le precisazioni di cui alla Circolare Ministeriale n° 14963 del 30/06/2009 come integrate dalla nota ISPRA 30237 del 16 settembre 2010 nonché dall'importante nota ISPRA n°35356 del 31 ottobre 2011.

Le Linee Guida ISPRA sono state elaborate dalla Golder Associates nell’ambito del tavolo tecnico aperto con APAT nel 2004; Golder Associates è anche la produttrice del software LANDSIM utilizzato per la stima delle fuoriuscite di percolato dal corpo discaricache. La necessità di dotarsi di un manuale specifico per l’Analisi del Rischio da Discarica nasce dalla consapevolezza che le discariche possono costituire un rischio per la salute e per l’ambiente per un periodo di tempo molto lungo per l’emissione di biogas e percolato. Il manuale «Criteri metodologici per l'applicazione dell'analisi assoluta di rischio alle discariche» APAT rev0 giugno 2005 si propone come strumento utile all’applicazione dell’analisi di rischio per la salute umana derivante da una discarica, quale sito contaminato, in corrispondenza ad un livello 2 di analisi, così come definito dalla procedura RBCA (“Risk Based Corrective Action”) descritta negli standard ASTM E-1739-95 e PS-104-98 col fine di:

- Ridurre aleatorietà nella procedura

- Dettagliata definizione degli elementi caratteristici

- Indicazione delle equazioni da utilizzare

- Definizione di criteri guida per la scelta dei parametri di input (WCs)

ogni valutazione di rischio dovrebbe essere condotta ad un livello di complessità proporzionale al potenziale rischio indotto, al livello di incertezza e alla verosimiglianza che si verifichino i rischi attesi.

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Lo scopo è quello di costituire uno strumento (L'AdR per discariche) utile per adottare decisioni trasparenti e sostenibili. Per questo in definitiva l’analisi di rischio nelle problematiche ambientali correlate agli impianti di discarica è una parte fondamentale del processo decisionale, consente di valutare gli effetti di scenari alternativi, considerando possibili incertezze e casualità, e fornisce criteri in base ai quali effetti incerti possono essere valutati e comparati per arrivare ad una decisione. Si parla sempre, in questi casi, di rischio cronico associato ad esposizioni di lungo periodo secondo le ormai note relazioni:

R = E x T = Esposizione per Tossicità

R s.cancer. = E x SF

HQ s.n.cancer = E / RfD

Nel caso delle discariche la definizione del Modello Concettuale assume connotazioni specifiche che vanno identificate e che possono essere facilmente sistematizzate. Come detto parliamo di un Livello 2 e pertanto si procede ad un approfondimento di quegli elementi dell’MCS prettamente specifici del sistema discarica e del contesto ambientale, mentre per gli altri elementi (es. esposizione) si potrà procedere con le assunzioni conservative già previste per i siti contaminati.

Un fattore fondamentale nel caso delle discariche è costituito dal parametro tempo, in quanto nel tempo variano le caratteristiche quali-quantitative del corpo discarica e conseguentemente i potenziali effetti sull’ambiente e sull’uomo. Nel tempo varia la qualità (del percolato e del biogas) nonché la tenuta dei presidi di contenimento.

In una discarica anche il Modello Concettuale può variare nel tempo di conseguenza l’MCS potrà/dovrà essere periodicamente aggiornato con particolare riferimento al termine sorgente in quanto strettamente correlato alla tipologia di rifiuti conferiti. Anche gli esiti dei monitoraggi previsti dal PMC possono influenzare in particolare la taratura del modello nelle sue versioni successive.

Lo sviluppo del MCS si baserà sui seguenti dati reperibili dagli elaborati di progetto e dai report relativi alle indagini condotte presso il sito prima e durante la coltivazione della discarica:

- storia della discarica e caratteristiche costruttive e impiantistiche

- tipologia dei rifiuti e caratteristiche quali-quantitative delle emissioni liquide e gassose della discarica

- morfologia e topografia del sito e dell’ambiente ad esso circostante

- geologia

- idrogeologia, idrologia e idrogeochimica

- climatologia

- ecologia e popolazione locale

Normalmente, nel caso di siti contaminati, il livello 2 di analisi di rischio richiede la determinazione di un unico valore per ogni parametro in ingresso al software. Nel caso delle discariche tale impostazione risulta essere estremamente conservativa, soprattutto in riferimento all’enorme variabilità dei parametri che contraddistingue la sorgente. Si dovrà procedere quindi con un approccio probabilistico (Monte Carlo – appendice M) per la trattazione dei dati in ingresso e la risulzione dei calcoli.

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Inquadramento Legislativo

Il concetto di rischio da discarica è introdotto nel D.Lgs 36 in relazione alla necessità di minimizzare il rischio per l’uomo e per l’ambiente in tutte le fasi a partire dagli studi preliminari, passando per la realizzazione dell’impianto fino alla chiusura e post chiusura del sito e si esplica: Scelta dell’ubicazione del sito di conferimento – la discarica può essere autorizzata solo se non costituisce grave rischio ecologico: Oneri finanziari di cui al Piano Finanziario dovrà porre particolare attenzione ai costi e modalità di gestione della discarica in fase post chiusura per minimizzare il rischio proveniente dalla discarica: La gestione del biogas e del percolato devono essere condotte in modo tale da ridurre al minimo il rischio per l’ambiente e per la salute umana. Come è noto, il Decreto Ministeriale del 27/09/2010 introduce alcune sostanziali novità rispetto al DM 03/08/2005 che va ad abrogare. In particolare, richiamando il Regolamento CE 850/2004, si fa divieto di conferire rifiuti contenenti POPs. Vengono inoltre individuate con precisione tre categorie di discariche INERTI, NON PERICOLOSI E PERICOLOSI e vengono definiti i criteri di ammissibilità dei rifiuti per ciascuna di queste tre categorie di discariche. Alle tre categorie principali vengono affiancate tre sottocategorie di discariche per rifiuti non pericolosi:

- Inorganici a basso contenuto organico o biodegradabile;

- In gran parte organici;

- Misti non pericolosi con elevato contenuto di organico e inorganico.

Il DM 27/09/2010 riprende il concetto di Valutazione del Rischio introdotto dal DM 03/08/2005 in particolare gli articoli 7, 8 e 10 ne determinano l’ambito di applicazione. Articolo 7 comma 2 […] I criteri [di ammissibilità per le sottocategorie] sono stabiliti, caso per caso, tenendo conto delle caratteristiche dei rifiuti, della valutazione di rischio con riguardo alle emissioni della discarica e dell'idoneità del sito e prevedendo deroghe per specifici parametri. A titolo esemplificativo e non esaustivo i parametri derogabili sono Doc, Toc e Tds. Articolo 8 comma 3 Le autorità competenti possono autorizzare all'interno di discariche per rifiuti pericolosi, caso per caso, previa valutazione del rischio, lotti identificati come sottocategorie di discariche per rifiuti non pericolosi di cui all'articolo 7, purché sia garantita all'ingresso al sito la separazione dei flussi di rifiuti non pericolosi da quelli pericolosi. Articolo 10 comma 1 lett. a 1. Sono ammessi valori limite più elevati per i parametri specifici fissati agli articoli 5, 6, 8 e 9 del presente decreto qualora: a) sia effettuata una valutazione di rischio, con particolare riguardo alle emissioni della discarica, che, tenuto conto dei limiti per i parametri specifici previsti dal presente decreto, dimostri che non esistono pericoli per l'ambiente in base alla valutazione dei rischi.

Quindi una Valutazione del rischio andrà obbligatoriamente (ma non esclusivamente) eseguita in riferimento alla necessità di autorizzare sottocategorie di discariche e ogni qual volta venga richiesta una deroga ai parametri di ingresso in termini di concentrazione. L’analisi di rischio così prodotta andrà poi periodicamente rivista e aggiornata in funzione degli effettivi rifiuti conferiti presso l’impianto di smaltimento nonché in base agli esiti delle indagini previste dal PMC, con cadenza regolata dai decreti autorizzativi emessi dalla PA.


La Valutazione del Rischio

Il modello concettuale di base impiegato per la valutazione del Rischio da discarica continua a dare riferimento allo schema S – P – B :

-La sorgente del rilascio

-I percorsi di migrazione attraverso i sistemi di contenimento e le vie di esposizione attive

-I potenziali recettori dell’impatto ambientale

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La stima previsionale degli effetti indotti sull’ambiente della discarica si effettua utilizzando un modello probabilistico di analisi del rischio per la stima degli effetti correlati alle emissioni dal corpo discarica.

-Le emissioni sono di due tipi:

-Percolato

-Biogas


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LandSim 2.5

LandSim non calcola il rischio ma computa l’entità delle emissioni di percolato dal fondo della discarica simulando la degradazione dei presidi a lungo termine. Le linee Giuda Nazionali e Regionali prevedono infatti due step di analisi: Al POE vengono calcolate le concentrazioni dei principali inquinanti, se riscontro superamenti delle CSC proseguo con l’Analisi del Rischio, se non riscontro superamenti delle CSC interrompo la valutazione ed eventualmente aggiorno periodicamente l’AdR.



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